Cultura
La Toscana dello sport
20 giugno 2024
11:50

Coppi a casa di Bartali: il Tour a Firenze e la Regione presenta un libro sul campionissimo

Coppi a casa di Bartali: il Tour a Firenze e la Regione presenta un libro sul campionissimo
Un momento della presentazione del volume

Foto in bianco e nero e articoli di riviste con firme prestigiose che commentano volti sorridenti dopo una vittoria importante o sporchi di fango alla fine di gare corse sotto la pioggia, su strade infami, con una Italia intorno che si accalca per avvicinare i famosi campioni conosciuti per nome solo alla radio, raccontati sui giornali o intravisti nelle immagini tremolanti dei cinegiornali. In quegli scatti c’è molto più di quel gli occhi riescono a vedere e le immagini descrivono leggende sportive immerse nel ritratto della storia di un Paese.

“Coppi per sempre” a firma di Auro Bulbarelli e Giampiero Petrucci, presentato a Firenze nella sede della Giunta regionale dallo stesso Petrucci assieme al presidente della Regione Eugenio Giani, al consigliere regionale Massimiliano Baldini ed al giornalista Maurizio Filippini, è il vasto compendio della carriera del campionissimo testimoniata da centinaia di immagini, cronache giornalistiche e testimonianze inedite raccolte in 528 pagine dove trovano spazio anche politica, storia, moda, costume, economia e oltre vent’anni di vita italiana.

“Diversi e in qualche modo complementari – sottolinea il presidente Giani – Coppi e Bartali hanno rappresentato e accompagnato il profondo cambiamento della società italiana del periodo del dopoguerra riuscendo a scandire gli avvenimenti della vita pubblica e personale sigillandoli in imprese che vanno oltre il semplice aspetto ciclistico. Sono loro a rendere “popolare” lo sport rendendolo parte integrante della vita nazionale e animandolo di emozioni e significati che si intrecciano con le vicende di quegli anni come se la cronaca nazionale e internazionale fossero filtrate e sincronizzate con le tappe del Giro e del Tour. Sono anche anni dove i fatti della politica dividono la loro importanza con l’arrivo della Parigi – Roubaix, come accadeva sulle prime pagine dei giornali. Tutti e due vivono in modo differente l’autenticità delle loro origini: il giovane Coppi era l’immagine un ponte verso il futuro nella sua riservatezza piemontese che riusciva involontariamente a conquistare anche l’attenzione delle cronache mondane. Bartali invece rappresentava il paradigma di una certa toscanità genuina, legata a valori profondamente religiosi ed a una schiettezza senza pari”.

Nel quadro delle iniziative che anticipano il primo Grand Départ del Tour da Firenze – aggiunge il consigliere Baldini – vale la pena soffermarsi, leggendo e guardando Coppi per sempre, anche sull’importanza delle vicende personali del campionissimo che segnano il costume italiano ed entrano a far parte del discorso pubblico con un rilievo mai riscontrato prima: una separazione, una nuova compagna che il pruriginoso lessico italiano di allora battezza dama bianca, le foto che qualche volta lo ritraggono, agli arrivi di tappa, accostato ad eleganti signore più simili ad attrici cinematografiche che a spose destinate ad accompagnare all’ombra del focolare domestico le vite degli atleti”.

Fausto e Gino che sorridono assieme a favore di camera, si ignorano alla partenza di una tappa importante, consumano una divisiva e sincera amicizia che diventa profonda diversità e riguarda i caratteri, le scelte private e il modo di guardare il mondo.

La loro dimensione viveva di voci alla radio e racconti sui giornali: ritratti in bianco e nero o in foto colorate male dai tipografi, che la pellicola e la stampa in quadricromia costavano troppo. Coppi e Bartali si dividevano lo spazio delle colonnine nelle edicole con le copertine dei periodici e dei quotidiani tenute assieme dalle pinzette da bucato. Bartali solo in quella dei giornali sportivi, Coppi anche in quella dedicata ai “rotocalchi femminili”, come si usava dire allora.

“Coppi – ricorda Roberto Poggiali, campione fiorentino degli anni sessanta e settanta che ha vinto e corso a fianco di Felice Gimondi e Francesco Moser – aveva un carisma unico. Dava l’immediata impressione di essere più forte, più atleta, sembrava venire da un mondo elegante ed altolocato che era riuscito a redimere le sue origini provinciali.

“Coppi per sempre” illustra la carriera del campionissimo dal 1935 e poi dai suoi esordi con la maglia Maino fino all’epilogo finale, con un repertorio vastissimo di immagini ed articoli firmati dai protagonisti del giornalismo sportivo italiano e della letteratura, da Orio Vergani, Enzo Biagi e Gianni Brera a Vasco Pratolini e Gianni Mura, raccolti in quella definita dagli autori “missione archeologica” che documenta momenti e pubblici e privati, incontri, imprese memorabili con il contributo di materiali, anche inediti, e catalogati con attenzione a dettagli e particolari.