Cultura
Firenze
27 maggio 2024
12:05

Sconcerto del presidente per l’esenzione dallo studio di Dante in una scuola di Treviso

Sconcerto del presidente per l’esenzione dallo studio di Dante in una scuola di Treviso

Il presidente della Regione Toscana ha espresso sconcerto per la decisione di un professore di una scuola di Treviso di esentare due studenti di fede musulmana dallo studio di Dante, il padre della lingua italiana, l’autore di un testo enciclopedico fondamentale per la nostra cultura quale la Divina Commedia, l’espressione più autentica dell’umanesimo che fa vivere all’Italia quel salto di civiltà che porta nel secolo successivo al Rinascimento.

A giudizio del presidente, escludere lo studio dell’opera dantesca è semplicemente segno di ignoranza. E motivare questa esclusione come forma di rispetto per la religione islamica dimostra che non si conosce Dante, che nella Divina Commedia propone e favorisce la conoscenza di un filosofo islamico come Averroè, ed è il primo a parlare della funzione di guida alla medicina che esprime da Samarcanda un medico come Avicenna, padre della conoscenza del corpo umano.

Per il presidente della Regione è sorprendente che un insegnante possa avere la superficialità di permettere tale esonero. In una scuola pubblica, un docente che esonera dallo studio di Dante per i motivi riportati dalla stampa dovrebbe essere licenziato per incompetenza. Per un giovane che vive in Italia essere esentato dallo studio di Dante è una grave perdita culturale, educativa, umana. L’opera di Dante costituisce un fondamento ineguagliabile della nostra cultura. Ecco perché è inaccettabile che venga negato proprio per le finalità con cui perseguire inclusione, integrazione, coabitazione del nostro Paese di culture e religioni diverse.