Istituzioni
30 aprile 2012
15:34

Rossi a Il Mattino: «Enti locali, basta con la caccia alle streghe: si facciano le riforme»

Il presidente Enrico Rossi ha rilasciato a Il Mattino una intervista sui temi dei tagli, spending review e riforme istituzionali.  Ecco il testo integrale.

Intervista di Alessandra Chello

Caccia alle streghe. Guerre ai nemici. E giri di vite che nascondono veri e propri tagli lineari. Per Enrico Rossi, governatore della Toscana, con la «spending review» bisogna andarci piano.

Il governo ne ha fatto un vessilo per salvare l'Italia e oggi Giarda dirà come stanno le cose. Crede che sulle Regioni ci sia ancora qualcosa da risparmiare?

«Sono convinto che si possa sempre fare di più per quel che riguarda però ciò che è davvero superlfluo. A patto che non si tocchi il sociale. E soprattutto che una pratica come questa non finisca col diventare una sforbiciata lineare e basta».

Come vanno le cose a casa sua?

«Noi la stiamo già attuando da tempo. Proprio qualche giorno fa ho spedito ai nostri dirigenti una lettera con la quale li invito a ridurre del 20% le auto blu. E a puntare sul metano per risparmiare ancora. Quanto agli aerei voliamo solo in classe economica. Siamo tra quelli che hanno gli stipendi più bassi e abbiamo ridotto a 40 il numero dei consiglieri. Inoltre ci è stata ridotta del 25% la nostra flessibilità di spesa. Ecco perché io dico: chiedeteci ancora più rigore nei bilanci ma, ripeto, non toccate il sociale. Così abbiamo avuto un forte contraccolpo sull'occupazione. Assurdo».

Un curriculum da virtuosi...

«Cerchiamo di fare del nostro meglio. Quel che è certo però è che ogni singola voce di spesa è collegata ad un burocrate che come tale tende ad incrementarla per una sorta di meccanismo di lievitazione spontanea. Ecco perché il vero obiettivo da raggiungere dovrebbe essere quello di fare in modo che la parte politica e quella tecnica si riapproprino una volta per tutte della decisione di spesa. Così da poterla gestire in modo equilibrato. Intendo dire che i tagli si possono fare eliminando però gli automatismi e selezionando davvero quanto si intende spendere senza penalizzare la parte più importante del tessuto economico».

Secondo lei il patto di stabilità va cambiato?

«Sto dalla parte dei sindaci che vogliono cambiarlo. Questo vincolo penalizza le regioni e gli enti locali più virtuosi e impedisce a quelli che dispongono di risorse di poterle spendere per realizzare opere e pagare i fornitori. In tempi di crisi, cose necessarie come il pane. Ma fino a quando non riusciremo a cambiarlo va rispettato. Altrimenti non vedo come potremo chiedere a cittadini e imprese di rispettare leggi e regolamenti».

Come valuta l'affondo della Bce nei confronti delle Province?

«Male. Credo si sia scatenata una sorta di guerra in cui il nemico cambia di continuo. Una volta sono le Regioni, l'altra i Comuni stavolta le Province...La verità è un'altra. Sono le riforme istituzionali il vero scoglio: vanno fatte senza strumentalizzazioni e senza perdite di tempo. Altrimenti non si uscirà mai fuori dal tunnel».