
Le emozioni che non conosciamo, la capacità di riconoscerle, la personalità che si impara crescendo sono solo alcuni elementi, fra i tanti, che determinano il futuro, lo sviluppo della mente e la nostra storia personale.
Come i rapporti affettivi, specie quelli che formano l’esperienza di vita infantile, fanno parte di legami affettivi che trovano raramente la voce per esprimersi con la necessaria sincerità e nei momenti giusti.
Di questo e molto altro parlano le pagine dei libri “Come nasce il Destino” e “Atto d’accusa. Dovevo dirtelo mamma” scritti da Loris Pinzani, psicoterapeuta e scrittore, presentati mercoledì 4 giugno a Firenze nella sede della Giunta regionale toscana dall’autore assieme al presidente Eugenio Giani, lo psicologo Igino Canestri ed il sociologo Sandro Landucci.
“Due libri – spiega il presidente Giani – che sanno andare oltre la nostra dimensione, fondamentale, di persone e tratteggiano gli elementi essenziali di un comune vivere sociale dove il disagio, anche quello che percepiamo meno e diamo quasi per scontato, diventa elemento di riflessione. Per chi è chiamato ad amministrare e governare la cosa pubblica è diventato sempre più necessario chiedersi quali sono i valori sui quali intendiamo costruire il nostro agire politico, a quale tipo di società pensiamo quando determiniamo le nostre priorità e come le nostre scelte incidono sulla vita reale dei cittadini. Certe volte profonde difficoltà individuali, quando interessano nello stesso modo molte persone, diventano il segnale di un malessere sociale diffuso che diventa rassegnazione, prevaricazione e violenza nei confronti dell’altro, indifferenza o brutale istinto di sopravvivenza che cancella chi abbiamo accanto: penso a salari inadeguati, condizioni familiari difficili, disparità economiche sempre più evidenti, opportunità negate, differenze sempre più marcate fra chi ha e chi no. Il compito della sociologia e della psicologia è comprendere e curare, quello della politica è riformare, rimuovendo le condizioni che possono trasformare le difficoltà individuali in disagio collettivo e malessere sociale”.
“Due libri – spiega lo psicologo Igino Canestri – scritti da Loris Pinzani in modo quasi complementare: Come nasce il destino, fornisce le basi e il linguaggio per leggere e capire Atto d’accusa: il primo offre la grammatica essenziale per comprendere gli elementi dell'inconscio della vita interiore e la nostra tendenza a ripercorrere quello che abbiamo sempre vissuto. Il secondo racconta, in forma narrativa, un aspetto particolare di una famiglia particolare cogliendo alcuni aspetti che descrivono in modo sintomatico le dinamiche affettive osservate in molte altre forme di relazioni simili. il protagonista è un bambino vittima di genitori disfunzionali, un padre e una madre diversamente violenti, che trova nella scrittura una forma di salvezza e di riscatto”.
“Leggerlo – continua Canestri – è come attraversare una tempesta dove l'ultima parola è di speranza. Avere il coraggio di pronunciare la parola “mamma”, non signora, non madre, ma "mamma" dopo tutto il dolore e le sofferenze inflitte, vuol dire che il bimbo considera il legame inscindibile. Psicologi, psichiatri e psicoterapeuti non lavorano per per dividere i figli dalle mamme ma per risolvere in modo positivo un rapporto che è entusiasmante, che è dalla nascita. Può diventare poi un groviglio di radici emotive che rende impossibile la vita a tutti e due. Il difficile compito dell’analista è ricomporlo in maniera che l'ultima parola sia, appunto, mamma”.
“La storia raccontata in “Atto di accusa” – conclude Loris Pinzani - per chi vorrà leggerla ed entrare in questo argomento, è una storia come ce ne sono tante, incredibilmente frequente. Non è affatto una rarità o un caso unico. Per quanto incredibile, le storie devastanti esistono e quando si dice che ognuno di noi ha un buon motivo per avere un buon motivo significa questo: ognuno di noi ha la propria storia, il proprio peso da portare, da trasportare, per cui non è una biografia di qualcuno, l'ho precisato, nessuno deve sentirsi scritto o descritto in questo modo, ma la biografia di tanti che non hanno potuto arrestare una deriva familiare che entra nelle storie di molte persone, diventando poi questione sociale di interesse generale quando arriva a generare, in molti casi, frutti pericolosi”.