Cultura
21 giugno 2024
13:02

“1944 Firenze insorge”, pagine di libertà conquistata

“1944 Firenze insorge”, pagine di libertà conquistata
Un momento della presentazione

Piazze, vie e quartieri illuminati da una luce storica che per una volta tralascia la loro importanza architettonica e artistica e privilegia il loro valore di luoghi dove quel che conta è il sacrificio di chi allora bruciò la propria vita per difendere il diritto di tutti a scegliere, esprimersi, essere donne e uomini liberi.

“1944 Firenze insorge”, scritto da Valdo Spini, deputato della Repubblica italiana dal 1979 al 2008 e oggi presidente della Fondazione Circolo Rosselli e da Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, che il 22 giugno i lettori troveranno nelle edicole di tutta la Toscana assieme al quotidiano “La Repubblica” nell’anniversario degli ottanta anni della liberazione della città, è una viva testimonianza della liberazione dall’occupazione nazifascista del capoluogo toscano raccontata strada per strada e documentata da un repertorio fotografico dove i luoghi che oggi fiorentini e turisti frequentano vengono restituiti in tutta la drammaticità di quei giorni.

Immagini e parole che accorciano la distanza fra passato e presente e costruiscono una mappa della città da ripercorrere passo dopo passo, alla ricerca dei volti e dei nomi dei combattenti per la libertà che hanno reso importanti quei luoghi.

Il volume – afferma il presidente della Regione Giani – documenta in modo esemplare e simbolico lo coraggio e lo spirito di sacrificio di Firenze in un percorso di liberazione dagli occupanti nazifascisti che inizia in Toscana il dodici giugno 1944, con l’arrivo delle prime truppe anglo-americane, accompagnata il giorno seguente dalla prima rappresaglia contro la popolazione civile nella strage della Niccioleta, dove 83 minatori, individuati dai repubblichini, vengono uccisi da soldati tedeschi. Sono le prime vittime degli eccidi perpetrati in Toscana, che alla fine porteranno alla morte di circa 4.500 persone innocenti, senza contare i caduti in combattimento fra le formazioni partigiane. La storia della Resistenza trova nella Toscana il suo fulcro ideale, testimoniato dal suo gonfalone che ne esprime, assieme ai colori storici della regione, il simbolo: il Pegaso alato di Cellini scelto dallo storico dell’arte Carlo Ludovico Ragghianti, presidente del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, come emblema di tutti i partigiani in armi. Sara lui a guidare il governo provvisorio che dirige l'insurrezione contro i nazifascisti a Firenze. Il gusto per la libertà è parte integrante della storia della Regione: dai fratelli Rosselli a Ranuccio Bianchi Bandinelli e Gaetano Pieraccini. Questo fa parte inscindibile del nostro patrimonio ideale.”

“Abbiamo realizzato questo libro – aggiunge Maurizio Molinari, direttore del quotidiano La Repubblica – per tre ragioni. Il primo fa riferimento alle parole del presidente Sergio Mattarella, quando afferma che la Costituzione è nata dove sono caduti i partigiani. Ricordarlo significa diffondere questo straordinario patrimonio ideale perché passi di generazione in generazione nel suo più autentico significato. Il secondo ci parla della “legittimità” dell’Italia, che si era schierata dalla parte sbagliata della storia e senza la lotta di liberazione ne avrebbe pagato il massimo prezzo. Il sacrificio della lotta di Resistenza riscatta il Paese e conferisce legittimità a chi oggi siamo. Se l’Italia nel dopoguerra entra a pieno titolo e pari dignità nel contesto internazionale lo deve al sacrificio di chi dimostrò che il Paese era fatto anche di persone che avevano scelto i valori della libertà e per questi avevano combattuto dalla parte giusta della storia. C’è poi l’ultimo, e forse più importante motivo: chi si schierò a fianco della Resistenza scelse di farlo senza nessuna sicurezza o garanzia, in una presa di posizione che non garantiva successo o convenienza. Nessuno, allora, poteva sapere come sarebbe andata a finire. Impossessarsi di questo coraggio e della fragile scelta fra il bene e il male è oggi il senso di tutti i momenti della nostra vita quotidiana, ed è opportuno ricordarlo”.

Firenze liberata come primo laboratorio di democrazia e governo delle città.

“Dall'esperienza dell'antifascismo e della Resistenza fiorentina - ricorda Valdo Spini - venne una nuova classe dirigente della città.  Dopo il sindaco socialista della liberazione Gaetano Pieraccini, il comunista Mario Fabiani, vennero il democristiano Giorgio La Pira . Anche l'Unione Industriali fu ricostituita da un giovane commissario Danilo De Micheli. Il sindacato, col segretario comunista  della Cgil Giulio Montelatici realizzo' il primo accordo con gli industriali dell'Italia liberata. Si  affermarono a Roma nel governo nazionale i democristiani Adone Zoli e Attilio Piccioni .  Alla Costituente , oltre La Pira furono eletti gli azionisti Piero Calamandrei e Tristano Codignola e la comunista Teresa Mattei.


A ottantanni di distanza – conclude Spini - l'augurio è che Firenze ritrovi quel livello di interazione tra politica e cultura, quello spirito   di passione e di partecipazione politica degli uomini e delle donne che animarono la resistenza e animarono la liberazione della città . Ci furono partiti forti e organizzati e una società civile partecipe e impegnata. Che lo spirito del 1944 riprenda a soffiare nella nostra Firenze ".

Le 139 pagine di “1944 Firenze insorge” possono essere uno spunto eccellente perché questo accada.


 


 


 


 

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