Nell'ambiente sono presenti radiazioni ionizzanti, sia di origine naturale che di origine artificiale, alle quali l'uomo è continuamente esposto. Le radiazioni ionizzanti, che possono avere natura prevalente corpuscolare (particelle alfa, particelle beta) o elettromagnetica (raggi gamma, raggi x), sono dotate di energia tale da poter ionizzare gli atomi (o le molecole) con i quali vengono a contatto. Questo effetto diretto sulla materia si traduce, nel caso di esseri viventi, in un rischio sanitario correlato all'intensità delle radiazioni stesse. In particolare, in caso di danneggiamento del Dna, possono essere indotti processi di cancerogenesi.
La principale sorgente di radiazioni ionizzanti nell'ambiente è costituita dai radioisotopi, o elementi radioattivi, i quali sono caratterizzati da una tendenza spontanea a trasformarsi in altri elementi emettendo (decadimento radioattivo) radiazioni ionizzanti.
L'Agenzia internazionale per la Ricerca sul Cancro, organismo dell'Oms, ha classificato come sostanze cancerogene numerosi radioisotopi sia di origine naturale (es. radon) che artificiale.
La radioattività ambientale, ovvero la presenza di radioisotopi nell'ambiente, può avere origini naturali o artificiali dando luogo a due diverse principali problematiche: la diffusione nell'ambiente dei radioisotopi artificiali e l'esposizione della popolazione ai radioisotopi naturali, primo tra tutti il gas radon.
La Regione, come stabilito dal d.lgs. 230/95 e dalla l.r. 32/2003, esercita le funzioni di controllo della radioattività ambientale di origine artificiale programmando con Arpat le attività di monitoraggio da effettuare nelle matrici ambientali e alimentari.
Nell'ambito della radioattività di origine naturale la fonte di maggiore esposizione per la popolazione è il gas radon il quale tende a concentrarsi negli edifici fino a raggiungere in alcuni casi concentrazioni pericolose per la salute umana. La Regione ha promosso un'importante indagine, la cui realizzazione è stata curata da Arpat, per la misura della concentrazione di radon nelle abitazioni, scuole e luoghi di lavoro in Toscana con l'obiettivo di individuare le aree ad alta probabilità di rischio radon nel territorio regionale ai sensi dell'art 10 sexies del d. lgs 230/95.
Con la DGR 1019 del 26/11/2012 sono stati diffusi i risultati delle misurazioni per tutti i comuni della Toscana e individuati 13 comuni a maggior rischio radon ai sensi del suddetto art 10 sexies.
Nella Gazzetta Ufficiale n. 6 dell'8 gennaio 2013 è presente, ai sensi dell'art 10 sexies comma 3 del d. lgs 230/1995 e s.m.i., l'avviso della pubblicazione della suddetta DGR 1019/2012