Impronta Ambientale di prodotto

La Commissione Europea ha da tempo individuato il ruolo fondamentale rivestito dalle imprese nell'attuazione degli obiettivi di sostenibilità, sviluppando strumenti volontari che mirano a diminuire l'impatto dei processi produttivi e a incentivare scelte di mercato a favore dei prodotti ecologicamente compatibili. Si tratta di strumenti noti come sistemi di gestione ambientale delle imprese, tra i quali fondamentali sono EMAS e ISO 14001.

Altri strumenti che trovano collocazione nel quadro strategico dell'Integrated Product Policy (IPP) e che si concentrano dunque sul miglioramento della performance ambientale di prodotti e servizi, sono:

  • La Dichiarazione Ambientale di Prodotto, meglio nota come EPD (Environmental Product Declaration) è, in sintesi, uno strumento pensato per migliorare la comunicazione ambientale fra produttori, da un lato (business to business), e distributori e consumatori, dall'altro (business to consumers). La EPD, prevista dalle politiche ambientali comunitarie, e derivante dalle norme della serie ISO 14020, è fondata sull'esplicito utilizzo della metodologia LCA, cardine attorno a cui ruota la Dichiarazione e fondamento metodologico da cui scaturisce l'oggettività delle informazioni fornite. Pur mantenendo l'attenzione al prodotto, sia esso merce o servizio, le aziende hanno la possibilità di comunicare le proprie strategie e l'impegno ad orientare la produzione nel rispetto dell'ambiente valorizzando il  prodotto stesso.
  • La Product Environmental Footprint, meglio nota come PEF, è stata ufficialmente introdotta nell'Unione Europea con la Raccomandazione 2013/179/CE, una metodologia che regolamenta il calcolo, la valutazione, la convalida di parte terza e la comunicazione a tutti gli stakeholder dell'impronta ambientale dei prodotti e dei servizi. L'approccio seguito dalla Commissione Europea mette a disposizione delle imprese un metodo che consente di elaborare una rosa di indicatori ambientali relativi alle principali categorie di impatto ambientale (emissioni di gas ad effetto serra, efficienza nell'uso delle risorse, impronta idrica, etc.) che il produttore, previa convalida effettuata da un soggetto terzo, è legittimato a utilizzare liberamente a fini competitivi, in particolar modo nella comunicazione di marketing e nei confronti del mercato.
  • L'impronta ambientale di prodotto "Made Green in Italy", iniziativa avviata nel 2011 dal Ministero dell'Ambiente, è un programma per la valutazione dell'impronta ambientale dei prodotti/servizi/organizzazioni, successivamente allineato con la sperimentazione PEF a livello europeo e al collegato ambientale alla Legge di stabilità 2016 (Legge 221/15). Tale schema nazionale infatti adotta la metodologia per la quantificazione dell'impronta ambientale dei prodotti (PEF – Product Environmental Footprint), riferendosi quindi ad uno strumento certificativo inserito nel contesto delle etichette ambientali di III° tipo, coerenti con le indicazioni della norma IS0 14025 ("Etichette e dichiarazioni ambientali – Dichiarazioni ambientali di Tipo III"). La procedura mira a legare la dichiarazione di sostenibilità dei prodotti alla loro italianità, per dimostrare come un prodotto di qualità italiano possa anche essere "green".

Da precisare che tutte e tre gli schemi di cui sopra attestano la bontà dei prodotti e non la comparabilità fra gli stessi.

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La dichiarazione ambientale di prodotto

La dichiarazione ambientale di prodotto

EDP

La Dichiarazione Ambientale di prodotto (EPD), è definita, dalle norme ISO 14025 e EN 15804 (prodotti da costruzione), come un documento contenente la quantificazione delle prestazioni ambientali di un prodotto mediante opportune categorie di parametri calcolati con la metodologia dell'analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessement, LCA).

Tale dichiarazioni offrono nuove dimensioni di mercato per informare sulle prestazioni ambientali di prodotti e servizi con caratteristiche chiave e linee guida (PCR) che si traducono in una serie di vantaggi sia per le organizzazioni che elaborano le dichiarazioni sia per coloro che utilizzano le informazioni in esse contenute.

I Product Category Rules (PCR) definiscono le regole e requisiti per EPD di una certa categoria di prodotto e rappresentano una parte fondamentale della norma ISO 14025 in quanto consentono la trasparenza e la comparabilità fra EPD.

Le categorie per la certificazione del prodotto/servizio sono così suddivise:

  • Elettricità
  • Cibo e prodotti agricoli
  • Tessile e cuoio
  • Legno e carta (non da costruzione)
  • Combustibili e prodotti chimici (non da costruzione)
  • Macchinari e attrezzature
  • Prodotti metallici
  • Mezzi di trasporto e attrezzature
  • Servizi
  • Prodotti da costruzione
  • Mobili ed altri beni
  • Costruzione e infrastrutture
  • Vetro e plastica (non da costruzione)

Per maggiori informazioni: www.environdec.com/it

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